L'Opinione di Mediolanum

Un anno di Trump

La gestione dell’economia del Presidente USA sembra essere molto umorale e ricca di insidie per gli investitori, un territorio all’apparenza impervio. In realtà, fortunatamente, economia e mercati sono mossi da altre leve. La storia ha dimostrato che gli incidenti come i dazi sono in realtà un’opportunità.

Per alcuni è già passato un anno mentre per altri ne è passato solo uno, Trump è così, divide anche nella percezione del tempo. Memori dell’errata valutazione nell’esperienza del 2016 - pensavano che con la sua vittoria la borsa sarebbe crollata - gli investitori questa volta si sono presentati all'appuntamento con un atteggiamento diverso, molto più propositivo, e come spesso accade in finanza, sono andati all'eccesso opposto coniando anche lo slogan "Trump trade”. Tutti convinti che Trump avrebbe fatto volare l'economia e la borsa, con la lista degli asset favoriti a questa presidenza: le banche, le società petrolifere, il Bitcoin, il dollaro e in generale tutte le Borse. Con il passare delle settimane si scoprirà che intorno al Presidente c’era un ristretto numero di società favorite perché utili al suo disegno espansionistico. 

Trump genera entusiasmo: l'uomo della pace che farà cessare i conflitti in Ucraina e in Medioriente, il nuovo Ronald Reagan che rilancerà l'America e, a traino, tutto il mondo. Il fautore della nuova età dell'Oro applaudito da tutta la Silicon Valley. Dimenticate le minacce lanciate in campagna elettorale, che poi ne erano parte integrante: la forte competizione commerciale con la Cina, il diverso atteggiamento con l'Europa e i dazi.

I dazi, Trump, li aveva promessi, ma sullo slancio euforico molti avevano rimosso pensando che appunto fossero solo promesse, e invece, è arrivato il 2 aprile, giorno definito come il "Liberation Day" e per i mercati è stato il panico. Trump deve raccogliere fondi per finanziarie il suo grande progetto il "Big Beautiful Bill" la grande bellezza per l'economia, una maxi-legge di bilancio che verrà firmata il 4 luglio (non una data a caso) che serve a rilanciare il made in Usa e in generale la potenza economica americana. I mercati però non guardano i benefici del domani, ma si concentrano sui sacrifici di oggi e si spaventano. Ma noi sappiamo come si sono svolte queste negoziazioni, una sequenza di minacce ritirate e colpi di scena, in apparenza un ambiente tutt'altro che favorevole all'investimento.

Qualche commentatore ha detto: non dovete prendere sul serio quello che Trump dice, ma quello che Trump fa. La domanda che dobbiamo porci è però un'altra, nonostante Trump sia considerato l'uomo più importante al mondo, il risparmiatore per investire è costretto a dipendere dall'umore, e dai tweet del Presidente americano? La risposta è non sempre e non su tutto, perché fortunatamente i mercati storicamente e strutturalmente si muovono con altre dinamiche.

I meccanismi, gli ingredienti e gli impulsi che muovono i mercati sono sempre gli stessi: il ciclo economico, la politica monetaria (leggasi tassi d'interesse), la politica fiscale (leggasi bilanci degli Stati), gli utili aziendali, ma più importante di tutti sono le grandi rivoluzioni industriali e finanziarie. La politica? Quasi mai, gli effetti che possono essere anche ampi, sono sempre circoscritti e limitati a un breve periodo. I casi più eclatanti del XXI secolo sono stati il clamoroso pareggio tra Bush Jr e Al Gore nel 2000 e la stessa elezione di Trump nel 2016, entrambi provocarono ribassi ma se nel primo caso il motivo fu lo scoppio della bolla "dotcom" poi sfociato in una recessione globale, nel secondo si trattò solo di un breve spavento.

Ecco un breve recap: 2000 bolla delle "dotcom" e fallimento Argentina, 2001 attentato al WTC e default Enron, 2002 scandali contabili a Wall Street, 2008 la "grande crisi finanziaria", 2011 la crisi degli Spread, 2015 rischio "GREXIT", 2016 il referendum Brexit, 2020 il Covid, 2022 la guerra tra Russia e Ucraina, 2023 il rischio fallimento di Credit Suisse, 2024 l'attentato a Trump e quest'anno i dazi a cui si è aggiunto anche l'incognita e l'incertezza dello shutdown.

Non lasciarsi intimorire dai cali infra-annuali. Indice azionario globale: cali annuali vs crescita nel tempo. Fonte: rielaborazione Banca Mediolanum su dati Bloomberg. Indice MSCI AC World Price Return (USD). Dati aggiornati al primo ottobre 2025.

A questi veleni il sistema finanziario riesce sempre a trovare un antidoto. Oggi è lo straordinario uso combinato di politica monetaria e fiscale, un boost per tutto il sistema. L'effetto collaterale è la crescita del debito, ma per il momento questo è il lievito della crescita e dello sviluppo che deve sostenere l'attuale rivoluzione industriale e tecnologica.

Henry Kissinger, che non è né ammiratore né sostenitore di Trump, diceva che questi personaggi capitano nei momenti di cambiamento della storia, Trump ha le capacità per portarne di radicali negli USA. Lo si è visto nelle prime decisioni del secondo mandato, e non l'annuncio sui dazi ma la presentazione della "$Trump" (la sua meme coin) e del progetto "Stargate": 500 miliardi all'AI. Entrambi i casi, il primo più folkloristico, il secondo più serio, sono indizi che fanno capire quale sia il vero motore, il piatto principale di questo mercato toro, e cioè la rivoluzione industriale che introdurrà l'AI come componente vitale per l'economia.

Shutdown: è il blocco da parte del governo della fornitura di servizi pubblici considerati non primari, provocato dal mancato accordo all’interno del Congresso sul finanziamento dei programmi governativi in corso. Sembra un burocratese attinente solo alla politica in realtà per i mercati è un’incertezza poiché, finché non sarà fatto l’accordo, non ci sarà la pubblicazione di dati economici importanti.


AVVERTENZA LEGALE: questo è un foglio di informazione aziendale con finalità promozionali che riflette le analisi, effettuate da Banca Mediolanum, sulla base dell’attuale andamento dei mercati finanziari il cui contenuto non rappresenta una forma di consulenza nè un suggerimento per gli investimenti.

NOTA DI REDAZIONE: gli argomenti, le immagini e i grafici sono frutto di elaborazione interna.

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