L'opinione di Mediolanum

La nuova corsa all'oro

“Non è con la 'Z', è scritto Strei-sand, come la sabbia sulla spiaggia"! Ospite della BBC per la presentazione della sua biografia "My name is Barbra", Barbra Streisand si è soffermata sul divertente equivoco circa la pronuncia del suo nome da parte di Siri. L'artista americana ha raccontato di essersi comportata come una diva, chiamando direttamente il Ceo di Apple Tim Cook per lamentarsene. Ovviamente Cook ha rimediato immediatamente, ha detto Barbra. Può sembrare una comune interazione tra cliente insoddisfatto e fornitore ma in realtà può accadere solo tra potenti. Perché, c’è da chiedersi, quanti di noi possono parlare direttamente con Tim Cook?

Apple, l'azienda guidata da Tim Cook, è diventata grande quanto uno stato se non di più, così come le altre grandi della Silicon Valley. Sono mondi autonomi guidati da persone considerate alla stregua di dei dell'Olimpo. E di fatti le chiamano "I Magnifici 7", in ordine alfabetico sono: Alphabet (capogruppo di Google), Amazon, Apple, Meta (capogruppo di Facebook), Microsoft, Nvidia e Tesla (per alcuni scalzata da Eli Lilly), perché sono diventate così potenti e così grandi che da sole stanno sostenendo gran parte del rialzo degli ultimi mesi a Wall Street.




Due cifre per capire le dimensioni del fenomeno: dai minimi di ottobre 2022 (ultima grande correzione) a fine 2023 i Magnifici 7 si sono rivalutati del 65% contro il 35% dell'indice S&P500, nel solo 2023 i sette titoli hanno aumentato le loro capitalizzazioni di 5 mila miliardi di dollari, arrivando a valere più di 12 mila miliardi (Fonte: L’Economia – Corriere della Sera – 29/01/2024). Per capirci, ora valgono quanto il Pil di Germania, Giappone e India messe assieme, che sono la terza, la quarta e la quinta economia del mondo.  Oppure quanto il Pil di Uk, Francia, Italia, Brasile e Canada, volendo impressionare ulteriormente.

Una competizione finanziaria che è cominciata tra le aziende della New Economy che hanno superato le rispettive concorrenti della Old Economy, e ora prosegue con le singole Big Tech che superano la capitalizzazione delle borse, poi il Pil degli Stati e ora infine gareggiano tra di loro, in una lotta tra titani.

Dopo aver ingigantito Amazon, Apple, Microsoft, ora gli investitori lasciano Tesla per dedicarsi anima e corpo a Nvidia, facendo sì che da ultima della lista, in pochi giorni di euforia, salisse sul podio. Goldman Sachs ha detto che "Nvidia è il titolo più importante sul Pianeta Terra". Anche Bernstein, con un giudizio meno biblico e più pragmatico, definisce Nvidia "un'azienda che stampa denaro" paragonandola implicitamente a una Banca Centrale. Classici titoli di prima pagina che alimentano un'euforia che potrebbe diventare pericolosa se non controllata. Anche il web contribuisce: in questi giorni circola una vignetta con un negozio dove si vendono pale e i clienti sono Meta, Microsoft, Google. È la rappresentazione della nuova corsa all'oro dove sicuramente guadagneranno i venditori di attrezzature. E infatti, nella vignetta il proprietario del negozio è Nvidia, perché produce i chip che sono l'anima dell'AI. 

È una metafora che veniva utilizzata anche 25 anni fa, quando internet cominciò a diventare un mezzo di diffusione di massa, tra i molti cercatori d'oro che entravano in competizione, dalle tlc ai produttori di pc, dall'e-commerce ai provider, i sicuri vincitori erano i produttori di router, il motore della rete.

Nel marzo del 2000 quando scoppiò la bolla internet Cisco, per tutto quello che abbiamo detto, diventò l'azienda più grande al mondo grazie a questi numeri: capitalizzazione di 450 miliardi di dollari, 2,7 miliardi di utili, un prezzo massimo in borsa di 82$, un utile per azione di 0,30 cent e un p/e a 165 contro una media storica di mercato a 15-20. Cisco è un'azienda che ha superato la bolla e ha continuato a crescere, dagli utili di 0,30 cent per azione del 1999 ai 2,82$ del 2022 (Fonte: www.dividendgrowthinvestor.com), ma al tempo stesso il prezzo di borsa non ha mai rivisto quei massimi, proprio perché era un eccesso. Nvidia non sembra essere ancora su quei livelli, anche perché l'azienda non cresce solo a Wall Street ma anche nella produzione, l'ultima trimestrale è sbalorditiva: ricavi in crescita del 265% a/a*, utile netto su del 770% a/a*, per il Ceo Jen Huang la domanda continuerà a superare l'offerta. 

Quello che si dimentica di dire è che Nvidia, quasi anticipando gli eventi, in 10 anni si è rivalutata del 14.000% (Fonte: CLASS CNBC). 

L’esuberanza non è una novità, fa parte della natura dei mercati, come non sono una novità i "Magnifici 7", nella storia ogni decennio ha avuto dei titoli "simbolo" che hanno fatto da traino e apripista per i mega rialzi, ciò che deve far riflettere è invece l'eccesso nel breve periodo.

L'AI ha le sue responsabilità in questa tendenza che sembra inesauribile, e che nelle strategie degli operatori sta anestetizzando la percezione del rischio.


p/e: in gergo tecnico price earnings ratio, è il rapporto tra la capitalizzazione di borsa e gli utili della società. Indica quante volte l’utile è incorporato nel prezzo delle azioni. In parole semplici è un misuratore della temperatura delle valutazioni di borsa. La media storica è stata calcolata in un p/e tra 15 e 20. Quando è inferiore a questa quota le azioni secondo questo parametro sono sottovalutate, quando è superiore, sono sopravvalutate.

*a/a: anno su anno



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